Confermati i reati ascritti a Sandra Mastella

Vi ricordate l’avviso di garanzia dello scorso Gennaio a lady Mastella? Ricordate il Parlamento che applaudiva quasi all’unanimità un Ministro della Giustizia inquisito e marito di una inquisita, che, fingendo di farlo per motivi istituzionali, faceva cadere il Governo Prodi per un puro calcolo politico? Ricordate gli insulti della politica ai magistrati ri di aver fatto il prorio dovere?

Un servizio strappalacrime tratto dal tg1 (sigh!!) vi rinfrescherà la memoria

Ebbene, nel semisilenzio generale, lo scorso 26 agosto la Cassazione ha confermato i reati ascritti alla povera Sandra e respinto come inammissibili i ricorsi della difesa: Sandra Lonardo Mastella faceva clientela e abusava della sua posizione di presidente del Consiglio regionale. Non è una conclusione processuale, ma una ipotesi accusatoria di cui la Corte di Cassazione ha confermato la plausibilità. I motivi con cui i difensori hanno contestato la sussistenza dei gravi indizi a carico dell’indagata devono ritenersi infondati.

A questo link c’è il testo integrale della sentenza, tanto per cercare di capire perché pretendere che il Direttore Generale di una ASL fatto nominare dal Partito nomini a sua volta due primari indicati dal Partito non sia “fare politica”, bensì “concussione”.

Travaglio per Luca e Davide

Gentili presidenti della Repubblica, del Senato, della Camera e del Consiglio, vorrei sottoporvi un piccolo caso che segnalato da un gruppo di giovani di Santarcangelo di Romagna e che dovrebbe forse suscitare la vostra attenzione, visto che le vostre auguste persone sono da un mese immuni da procedimenti penali in virtù del celebre Lodo Alfano.

Il caso riguarda Luca Zanotti e Davide d’Orsi, rispettivamente di 24 e 28 anni ed è raccontato dettagliatamente nel blog http://aiutiamolucaedavide.blogspot.com.

Nel 2005, in vacanza in Grecia, vengono trovati con addosso 21 grammi di hashish e incarcerati per quattro giorni. Poi escono su cauzione e rientrano in Italia, senza presenziare alle fasi iniziali del processo, anche perché l’avvocato greco non li avverte dell’impossibilità di essere processati in contumacia (in Italia si può, in Grecia no). Così, nell’aprile scorso, tre anni dopo i fatti, la magistratura greca emette contro di loro un mandato di cattura internazionale, con richiesta di estradizione all’Italia. Le autorità giudiziarie e ministeriali italiane concedono prontamente entrambe. L’ultimo appello presentato dai difensori di Luca è stato respinto il 21 agosto dalla Cassazione.
Ora, è chiaro che i due hanno violato il codice penale della Grecia, che pare non faccia distinzione alcuna fra il consumo personale e lo spaccio di droga. Vista l’esigua quantità di hashish sequestrata ai due giovani, è più che ovvio che si trattasse di uso personale. Eppure Luca e Davide sono imputati di “traffico internazionale di stupefacenti”: pena prevista, in Grecia: fino a 10 anni di carcere. E’ molto probabile che, sulla carta, tutto si sia svolto nell’assoluta legalità procedurale, formale e sostanziale. Non sono un giurista, ma un semplice cronista, e dunque posso soltanto domandare come sia possibile che di fronte a una disparità giuridica così spropositata fra i nostri due ordinamenti lo Stato italiano abbia deciso di consegnare i due pericolosi narcotrafficanti alla giustizia greca. Ora i due putribondi figuri, se non accadrà nulla nel frattempo, resteranno in un carcere greco fino al processo e, se condannati (come è altamente probabile), seguiteranno a marcire in cella sino al termine della pena che verrà loro inflitta.
La domanda è molto semplice, quasi banale: non si può fare nulla per loro? Non sarebbe il caso di rivolgere un appello alle autorità greche? Se i due fossero terroristi e assassini, potrebbero rifugiarsi in Francia, paese com’è noto molto ospitale con i Toni Negri, i Pietrostefani e i Cesare Battisti (quest’ultimo, avendo assassinato alcune persone inermi, è stato appena gratificato di un certificato di buona condotta formato dal Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga).
Se i due fossero corrotti, o corruttori, o concorrenti esterni in mafia, o favoreggiatori di Cosa Nostra o della camorra o della ‘ndrangheta, sarebbero di sicuro parlamentari e dunque immuni dalle manette. Se, puta caso, fossero imputati di corruzione di testimone, appropriazione indebita, frode fiscale, falso in bilancio, o avessero tentato di comprasi qualche senatore o un dirigente Rai, o avessero elogiato un mafioso sanguinario come “eroe” nazionale, potrebbero legittimamente aspirare alla presidenza del Consiglio. Se avessero, viceversa, avuto una società di brokeraggio insieme a qualche futuro condannato per mafia, siederebbero alla presidenza del Senato. Se avessero malmenato e morsicato alcuni poliziotti durante una perquisizione, sarebbero ministri dell’Interno, pontificherebbero a Cortina sulla “linea dura” contro il crimine (degli altri). Se invece avessero dichiarato di volersi pulire il culo col Tricolore, o intascato 200 milioni della maxitangente Enimont, troneggerebbero al dicastero delle Riforme istituzionali e verrebbero invitati alla grande Festa Democratica. Se magari usassero partecipare a coca party con squillo incorporate, siederebbero alla Camera nei banchi dell’Udc.
Ma purtroppo, giovani e sprovveduti come sono, si sono limitati a portarsi qualche canna nello zaino durante un vacanza all’estero. Dunque le alte e medie cariche istituzionali sono a loro giustamente precluse. Si potrebbe varare un emendamento al Lodo Alfano, che estenda a loro l’invulnerabilità penale, magari togliendola al presidente della Repubblica, della Camera e del Senato che non avendo, diversamente dal premier, alcun processo in corso, dell’immunità non sanno che farsene. In attesa di un cortese riscontro, porgo distinti saluti.

via | Voglio Scendere

conoscere l’operatore telefonico di un numero di cellulare

Per sapere a quale operatore corrisponde un determinato numero basta effettuare una chiamata dal proprio cellulare anteponendo il numero 456 al numero di telefono che si vuole controllare.

Ad esempio, se si vuol sapere l’operatore del numero 3335xxxxxx, basta chiamare il numero 4563335xxxxxx: una voce automatica vi dirà l’operatore telefonico utilizzato da quel numero.

Il servizio 456 è gratuito da qualsiasi cellulare e funziona con tutti gli operatori mobili italiani.

Il PD per Staino

    

fonte: Staino su ‘Unità’

I consumatori contro Tim e Vodafone

Messaggi di protesta, blog su internet intasati, incitamenti al boicottaggio e persino un esposto Codacons alla Procura di Roma: una reazione di massa forse anche sottovalutata dai due operatori telefonici dominanti, Tim e Vodafone, che nel giro di pochi giorni (a cavallo di Ferragosto) hanno annunciato di voler mandare in pensione le tariffe più economiche in circolazione.

La questione riguarda circa dieci milioni di clienti: 3,6 per la divisione mobile di Telecom Italia e tra i 5 e i 6 per il gruppo Vodafone.

Si è andato a toccare quello che è considerato quasi un diritto acquisito. E in un momento in cui per molte famiglie italiane, tra inflazione e continui rincari di benzine, mutui a tasso variabile, pane e servizi, quello che non ci si aspettava di certo è che anche la bolletta ricaricabile de cellulare venisse messa in difficoltà.

L’associazione Codacons ha detto di aver denunciato «l’anomalo comportamento dei gestori che hanno comunicato ai propri clienti la cancellazione di abbonamenti vantaggiosi attraverso l’insidiosa modalità dell’sms». C’è un’accusa di aver fatto “cartello” mandando in pensione insieme le offerte storiche più basse e dunque meno vantaggiose per i conti dei due gruppi.

Occorre ora capire se per i clienti ci sarà qualche scappatoia legale o se il contratto già prevedeva, in qualche microscopica postilla, la possibilità di un cambio forzoso.

Per quanto mi riguarda ho già dato l’addio alla mia sim Tim. Ora toccherà alla Vodafone. Il problema è che anche Wind e Tre non sono da meno…

Bellezze olimpiche

 

Margherita Granbassi  (scherma)                                            Leryn Franco (giavellotto)

Laure Manadou  (nuoto)                                              Federica Pellegrini  (nuoto)

Alexandra Orlando (ginnastica)                                             Gro Hammerseng (pallamano)

 

Romy Tarangui  (judo)                                        Ana Ivanovic (tennis)

 

Dara Torres (nuoto)                                                                        Yelena Isinbayeva (salto in alto)

Natalie Coughlin (nuoto)                                       Rita Dravucz (polo – Ungheria)

 

Maria Sharapova (tennis – Russia)                       Lauren Jackson (basketball – Australia)

Victoria Pendleton (ciclismo – Uk)                                      Heather Mitts (soccer – Usa)

Amanda Beard (nuoto – Usa)                                  Alona Bondarenko (tennis – Ucraina)

Fabiana Beltrame (canottaggio – Brasile)

Risparmio energetico

Per gli ecologisti, più ancora del solare e dell’eolico, la fonte energetica pulita in assoluto è il risparmio energetico.

Per ottenere il quale a volte occorrono investimenti (ad esempio, isolare meglio le abitazioni) o sacrifici (rinunciare al condizionatore), ma che spesso si può ottenere anche con la sola consapevolezza di quanta energia assorbono gli apparecchi elettrici di cui ci circondiamo, in modo da scegliere quelli più efficienti, usarli meno e meglio.

Qualcosa è stato fatto riguardo alle lampadine e agli elettrodomestici bianchi: si sono introdotte le etichette energetiche obbligatorie e sono stati stanziati incentivi per chi acquista prodotti più efficienti. I consumi elettrici sono diventati così uno degli elementi principali che si considerano nell’acquistare un frigorifero, una lavatrice o una lavastoviglie e si è riusciti anche a far capire come le nuove e più costose lampadine a basso consumo risultino convenienti sul lungo termine.

Dell’efficienza energetica degli altri elettrodomestici, quelli neri, invece si parla poco. I produttori di stereo, televisori, computer, per esempio, non sono obbligati a indicare i consumi sull’etichetta e solo alcuni, volontariamente, adottano standard di efficienza energetica, come l’EnergyStar per i computer il cui marchio compare nella schermata d’avvio dei modelli che vi aderiscono.

Quanto verrà a costare, a noi e all’ambiente, l’acquisto ad esempio di un tipo di console per videogiochi piuttosto che un altro e quanto risparmieremmo lasciandolo completamente spento piuttosto che in standby è dunque un dato che pochi conoscono e considerano. Eppure, se ci fermiamo ad osservare i consumi di questi apparecchi “minori” , restiamo colpiti della loro portata.

Il mensile dei consumatori australiani Choice ha testato l’elettricità consumata da alcuni elettrodomestici neri sia in standby che in funzione. Una prova semplice che si può ripetere anche a casa acquistando uno di quei dispositivi (costano attorno ai 10 euro) che attaccati tra la presa e la spina dell’apparecchio registrano l’elettricità assorbita. I risultati sono abbastanza impressionanti: una Playstation 3 consuma 5 volte di più di un frigorifero efficiente e circa il triplo rispetto a uno con le peggiori prestazioni: lasciarla accesa, calcolando un costo di 0,15 euro a kWh, può comportare una spesa di 250 euro l’anno.

Anche l’X-box è tra gli apparecchi più voraci di energia, mentre stranamente la console Nintendo Wii consuma 10 volte meno rispetto alle sue sorelle di Sony e Microsoft. Altro primato negativo quello dei televisori al plasma: il modello considerato consuma il quadruplo rispetto a una tv tradizionale, usa infatti tanta energia quanto 3 lavatrici tra le meno efficienti, con l’aggravante che in una casa la tv di solito resta accesa per molto più tempo rispetto alla lavatrice.

Ancora qualche dato che fa riflettere: l’abitudine di lasciare il computer acceso tutto il giorno può costare 130 euro l’anno di bolletta, cui ne vanno aggiunti altri 20 se lasciate accese anche le casse e 43 se non spegnete neanche il monitor lcd. Il set di casse perl’home theatre consuma in standby più di 98 kWh all’anno, quasi 15 euro in più nella bolletta; e anche la Nintendo Wii, lasciata in standby ma con attiva la connessione wireless che permette di ricevere mail e messaggi anche quando la console è spenta, costa più di 13 euroall’anno.

Conviene, dunque, sempre spegnere tutto completamente: considerando una casa in cui ci siano un computer da tavolo con casse, modem wireless e monitor lcd, un televisore tradizionale con casse da home theater, lettore dvd e una console per videogiochi, solo pigiando i tasti che spengono anche il led che indica lo standby risparmierete fino a 47 euro all’anno. E magari eviterete la costruzione di una nuova centrale: se in Italia tutti spegnessimo gli elettrodomestici anziché lasciarli in standby, si è calcolato che risparmieremmo circa 500 MegaWatt ora all’anno, tanto quanto produce un impianto nucleare di medie dimensioni.

via | Giulio Meneghello per ‘Il Salvagente’

Frattini secondo Travaglio

Un articolo esilarante di Marco Travaglio su Franco Frattini.

L’attuale ministro degli Esteri, in passato ha collaborato col ‘Manifesto’ ma è iscritto a Forza Italia (ora Pdl). E’ romano ma nel 2001 si è candidato alla Camera nel collegio di Bolzano. Qualche anno fa, intervistato da Reuters ha dichiarato la sua intenzione di indagare possibilità tecniche per mettere in atto il monitoraggio e la censura di “parole pericolose” come “bombe”, “uccidere”, “genocidio” e “terrorismo”. Frattini, inoltre, è stato censurato dall’Europarlamento per le sue esternazioni contro la libertà di movimento delle persone nella UE.

Ma veniamo all’articolo:

Se non fosse per un paio di esternazioni polemiche delle opposizioni, l’assenza di Franco Frattini al vertice dei ministri degli Esteri europei sarebbe passata del tutto inosservata. Com’è noto, mentre i colleghi discutevano della guerra russo-georgiana, il cosiddetto capo della nostra diplomazia rosolava su un atollo delle Maldive. Ma nessuno dei colleghi aveva avvertito la sua mancanza. Non che sottovalutino il peso internazionale dell’Italia: è noto che il regime fasciostalinista di Putin ha nel nostro governo il più servile alleato. Il fatto è che, nonostante i due anni trascorsi da Frattini alla Farnesina e i tre alla Commissione europea, nessuno sa chi sia. Quando lo vedono aggirarsi per i corridoi dell’Europarlamento con l’aria assente, tipica dei suoi momenti di massima concentrazione, lo scambiano per un rappresentante della Folletto e lo congedano con un glaciale: “Giovanotto, abbiamo da fare e gliel’abbiamo già detto mille volte: nessuno qui ha bisogno di un aspirapolvere”. E quando tenta di sedersi al tavolo al posto dell’Italia, c’è chi gli infila una banconota da 5 euro nel taschino e lo accompagna alla porta. Figurarsi se l’altroieri qualcuno ha notato che Frattini non c’era e ha intimato: “Ragazzi, sia chiaro: finchè non arriva lui, non si decide nulla”. Al posto dell’Italia s’è seduto un anziano signore occhialuto e con la gobba, Enzo Scotti, che tutti hanno scambiato per Andreotti congratulandosi per il continuo ricambio generazionale della classe politica italiana e soprattutto perché il governo Berlusconi ha trovato un ministro che sa dov’è l’Ossezia.
Intanto Frattini chiamava e richiamava dall’atollo, senza riuscire a prendere la linea. Quando finalmente ce l’ha fatta e ha detto dov’era, una gentile segretaria gli ha spiegato che lo sportello viaggi del Parlamento europeo era chiuso. Lui ha obiettato: “Ma sono un ministro degli Esteri Nato”. Allora la signorina non ci ha più visto e l’ha liquidato in malo modo: “Sì, e io sono un ministro degli Esteri morto”. L’unico che l’ha preso sul serio è Johnny Raiotta, che gli ha regalato cinque minuti di Tg1 per spiegare che “le moderne tecnologie (cioè i telefoni, peraltro inventati oltre un secolo fa, ndr) accorciano le distanze”, per cui lui può fare tranquillamente il ministro degli Esteri dell’Italia dalle Maldive e, telefonando dalla spiaggia, “contribuire in modo decisivo a formare la posizione dell’Europa”. All’insaputa dell’Europa, s’intende. Più che un ministro, è il vuoto pneumatico, l’aria che cammina. Non per nulla – informa il sito della Farnesina – “pratica gli sport invernali, già maestro di sci alpino ed ha profonda conoscenza della montagna e della realtà naturale e geomorfica alpina” ed è stato presidente della “Commissione Scuole e Maestri di Sci”: nessuno è mai riuscito a pronunciare meglio di lui concetti profondi come “corpo a valle, “piega le ginocchia”, “scendi a uovo”, “fammi lo spazzaneve”. Li esprime con la stessa aria pensosa, il ditino poggiato sul mento, le sopracciglia aggrottate, con cui ai vertici internazionali, le rare volte in cui lo fanno entrare, contribuisce in modo decisivo a formare la posizione dell’Europa: di solito, proponendo di aprire le finestre per cambiare un po’ l’aria. Con quella fronte inutilmente spaziosa, Frattini sembra fatto apposta per la penna di Fortebraccio.
Ogni tanto, alla Farnesina, si ferma un’auto blu e non ne scende nessuno: è Frattini. Fu così già nel reparto maternità della clinica di Roma dove nacque nel 1957, ovviamente all’insaputa dei genitori e dell’ostetrica. In fondo è bello avere agli Esteri un ministro ignoto ai più, soprattutto a se stesso: almeno lui evita le figuracce che fanno i suoi colleghi. Non dice mai nulla, ma lo dice benissimo. E, soprattutto, è sempre all’oscuro di tutto. Nel 2004 apprese a Porta a Porta che, in Irak, avevano ammazzato Fabrizio Quattrocchi (alla Farnesina lo sapevano da due ore, ma si eran dimenticati di avvertirlo) e dai tg che avevano assassinato in Arabia Saudita il cuoco Antonio Amato. Dopo questi trionfi il Cainano lo spedì alla Commissione europea, dov’era stato appena bocciato Buttiglione per le sue idee sulle donne e i gay: impossibile che bocciassero anche Frattini, visto che lui di idee non ne ha mai avute. È come il ficus: non disturba, non sporca, fa la sua figura, dove lo metti sta. E, last but not least, ha “profonda conoscenza della realtà geomorfica alpina”. Ma ora, alle Maldive, si fa una cultura anche in materia di barriere coralline. Uno statista completo, alpestre e marino. Si potrebbe lasciarlo tranquillamente lì, a telefonare dall’atollo, per cinque anni. Almeno finchè qualcuno non l’avvertirà che è il ministro degli Esteri.

via|Voglio Scendere

Briatore low-cost

Anche Flavio Briatore si è accorto della crisi. Ignoro dove l’abbia potuta conoscere, ma di sicuro lei avrà avuto un pareo. Comunque si sono parlati, il patron del Billionaire e la signorina Crisi, e il frutto del loro incontro è stato illuminante: «La crisi c’è e si sente a tutti i livelli. Ma a dimostrazione che il mio locale non è un’esclusiva per ricchi, abbiamo deciso di riservare un menu turistico a 200 euro».

Queste parole non fanno che confermare una mia teoria. E cioè che da anni un imitatore di Briatore reciti la parte di Briatore in giro per gli yacht e i box della Formula Uno, mentre il Briatore autentico continua ad abitare in un bilocale di Cuneo, dove si dedica a oscuri ma fondamentali studi di filologia bizantina. L’attore che interpreta Briatore (i testi credo siano dei Vanzina, con la supervisione del Bagaglino) sta tentando di realizzare un esperimento interessante: attraversare uno dei passaggi epocali della storia umana senza coltivare il minimo senso del ridicolo e soprattutto senza mai togliersi la camicia hawaiana e gli occhiali da sole, specie di notte. Il menu economico a 200 euro è una battuta straordinaria. Anche perché lui, come solo i grandi comici, mentre la pronuncia riesce a rimanere serio. Seriamente convinto che 200 euro siano una cifra alla portata di tutti, mentre noi sappiamo che si sbaglia. Oppure convinto altrettanto seriamente che esistano dei tapini disposti a risparmiare mezzo euro al giorno tutto l’anno pur di cenare la sera di Ferragosto a tre tavoli di distanza da Bobo Vieri. E qui siamo un po’ meno sicuri che si sbagli.

via| Massimo Gramellini su ‘La Stampa’

elogi al Sultano da Newsweek

Ho più volte ripreso articoli della stampa estera che criticavano fortemente l’operato politico del sultano di Arcore. Stavolta trovo giusto citare l’analisi del settimanale statunitense Newsweek dal titolo “Miracolo in 100 giorni“. Analisi (che, ovviamente, non condivido)  contenente una serie di elogi ma che, nel contempo, descrive anche un’Italia “preoccupata” per la difficile situazione economica, a cui il premier “ora dovrà dare una soluzione“.

Nei suoi primi cento giorni al potere Silvio Berlusconi può aver compiuto l’impossibile: ha stabilito un controllo su questa apparentemente ingovernabile nazione a un livello senza precedenti nella moderna storia italiana“.

Quella del premier, secondo Newsweek, è una “luna di miele con l’elettorato” (ma ne siamo sicuri?) e lui ha saputo “sfruttare una legge elettorale (abominevole) che ha cancellato i piccoli partiti”. Mentre, sottolinea il settimanale, il governo Prodi era ostacolato da un’esile maggioranza al Senato (frutto sempre di quella schifosa legge elettorale propinataci dall’insigne costituzionalista che ripsonde al nome di Calderoli)  e da una coalizione di nove partiti. E ora, intanto che “i partiti dell’opposizione sono impantanati nei loro bisticci, Berlusconi ha un’approvazione del 55%, più di Sarkozy, Brown e Zapatero” (anche in tal caso: ne siamo sicuri? ma chi li fa questi sondaggi?).

La legge sulle immunità. Il settimanale non perde occasione per osservare, parlando del Lodo Alfano, che Berlusconi “ha perso poco tempo nel consolidare la propria autorità” (più che altro, per imporla). E commenta: “Che in questa nuova legge ci fosse un possibile conflitto di interesse non è passato inosservato, ma gli italiani si sentono troppo poveri per dargli attenzione” (e questa è una triste realtà, sulla quale Silviolo ci campa alla grande).

Secondo la rivista del gruppo Washingon Post, Berlusconi è stato capace di pulire le strade di Napoli e di applicare “tattiche dure”, come i militari nelle città e la politica sui rom (al limite della xenofobia), ma quel che chiedono gli italiani, “dopo dieci anni di crescita economica vicina allo zero”, è la “sicurezza finanziaria”.

Newsweek osserva che il premier ha detto che “ridurrà la spesa” (non certo quelle militari, visti gli annunci di La Russa), ma farlo non sarà semplice. La previsione: “Renderà più difficile mantenere la sua promessa di tagliare le tasse per stimolare la crescita. Ora agli italiani lui piace (ma quelli di Newsweek hanno mandato qualcuno a sondare l’umore della piazza oppure hanno visionato le cassette del tg4?) ma quello che vogliono davvero è stabilità economica. Pulire le strade e perseguitare gli immigrati non sarà sufficiente“.

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e portavoce del sultano, Paolo Bonaiuti, commenta così l’articolo di Newsweek: “Quello che ha fatto il governo nei primi cento giorni è lì ed è indiscutibile. E’ divertente invece il silenzio imbarazzato con cui l’opposizione accoglie una serie di giudizi a favore del nostro governo”.

Il responsabile della comunicazione del PD, Paolo Gentiloni (pensa come siamo messi bene…) afferma che il Pdl adesso “scopre” la stampa internazionale, considerata nemica quando criticava Berlusconi.

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