Quale tablet scegliere

Il sito americano skattertech.com ha pubblicato una prova comparativa tra quattro tablet di ultima generazione dei quali vengono mostrate caratteristiche tecniche e funzionalità.

Il Samsung Galaxy Tab 10.1 è forte del suo processore Dual-Core da 1Ghz per core, basato sull’Nvidia Tegra 2 e Android Honeycomb 3.0.

L’iPad 2, vanta un processore Dual-Core A5 da 900 Mhz.

L’HP Touchpad monta uno Snapdragon Qualcomm Dual-Core.

LG Slate dovrebbe uscire in Europa con il nome LG Optimus Pad e dovrebbe essere il primo tablet con tecnologia 3D.

via | skattertech.com

Alternativa all’Ipad: MSI Wind Pad

MSI Wind Pad 100 e 110, appartengono al settore tablet multimediali. Realizzati con materiali leggeri e con la possibilità di inserire diverse cover intercambiabili, presentano le seguenti caratteristiche tecniche:

  • form factor da 10 pollici
  • display touchscreen
  • risoluzione 1020×600 pixel.

Nello specifico MSI Pad 100:

  • piattaforma Windows-based con  processore Intel Atom Z530 da 1,6 GHz
  • connettività Wi-Fi e 3G,
  • porta HDMI per collegare il tablet a televisori HD
  • GPS e Accelerometro
  • CPU: Intel Atom Z530 a 1.66Ghz
  • RAM: 2 GB DDR2 in 1 slot; 32GB SSD + 512MB NAND Flash + Slot SDHC
  • 8 ore di autonomia
  • webcam 1.3 megapixel
  • dimensione  274 x 173 x 16.6mm
  • peso 800g (con batteria)

MSI Wind Pad 110:

  • sistema operativo Android 2.1 di Google
  • piattaforma Nvidia Tegra 2
  • CPU ARM Cortex da 1GHz
  • memoria RAM di 512 MB

I due tablet si differenziano solo nell’hardware e di conseguenza nel prezzo: 400 euro per MSI Wind Pad 100 e 320 euro per il modello 110.

Confronto Ipad-Wind Pad

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fonte:

MSI Wind Pad 100 e 110: caratteristiche tecniche e prezzi

Ipad in arrivo

iPad arriva in Italia.
Il 28 maggio è la data di lancio ufficiale, ma è già possibile prenotarlo:

ad un prezzo consigliato di 499 euro per 16GB, 599 euro per 32GB, 699 euro per 64GB per i modelli Wi-Fi e 599 euro per 16GB, 699 euro per 32GB e 799 euro per 64GB per i modelli Wi-Fi + 3G.

hero_20100127[1] Verrà venduto in due modelli differenti: uno che può collegarsi solo in wi-fi e l’altro che ha a disposizione anche la rete 3G, solitamente usata da cellulari e modem usb.

Ipad vanta un display IPS retroilluminato LED ad alta risoluzione da 9,7 pollici, pesa soli 680 grammi e ha un’autonomia di 10 ore con batteria. Lo schermo Multi-Touch usa la stessa tecnologia dell’iPhone

Vodafone offre un piano mensile (500 MB al giorno per 30 euro al mese) e uno giornaliero (500 MB per 2 euro al giorno).

Tre propone fino a 3GB di traffico a soli 5 euro al mese, senza vincoli.

Telecom non si è ancora espressa.

multi_touch_20100225[1] La prima delusione che arriva dalla tariffe fino ad ora conosciuta è la mancanza di una flat illimitata: con Tre il traffico oltre i 3 Gb costa 2 euro ogni 100 Mb, mentre con Vodafone oltre i 500 Mb al giorno si può navigare gratuitamente, ma con una connessione limitata a 64 kbps ovvero meno di un decimo rispetto ai 7,2 Mbps normali (quindi niente video e contenuti multimediali). Al cappio al traffico dati bisogna poi aggiungere le altre limitazioni, tra cui spicca quella per il Voip, il protocollo che permette di usare internet come un telefono ed è alla base di applicazioni come Skype. Il traffico Voip, non è una sorpresa, è spesso boicottato dagli operatori mobili perché in diretta concorrenza con il business delle chiamate tra cellulari. In questo caso, però, è la stessa Apple a inibire l’uso del Voip sul proprio dispositivo. Quindi, nonostante l’offerta SuperInternet di Tre preveda 600 minuti giornalieri di chiamate Skype, questa possibilità su iPad è preclusa.

Tastiera virtuale (Virtual Keyboard)

image Questa Tastiera Virtuale, sostituisce la tastiera standard con un leggero dispositivo tascabile, che proietta su qualsiasi superficie piana l’immagine di una tastiera sulla quale si può digitare.
Attraverso la connessione USB o Bluetooth, il dispositivo può essere collegato a PC, laptop, PDA, Smart Phone e cellulari.

Sembra interessante e comoda ma anche un pò cara: 179 euro.

via | Virtual Keyboard

Il netbook targato Nokia

booklet-3g-il-primo-netbook-targato-nokia-1.jpgIl mini notebook Booklet 3G si caratterizza per l’integrazione delle funzioni di  mobilità e dei servizi Nokia su una piattaforma affidabile tipica dei netbook più recenti.
Basato sul processore Intel Atom e sul sistema operativo Windows, Nokia Booklet 3G offre uno schermo da 10" HD Ready, un sistema A-GPS integrato e una porta HDMI, il tutto racchiuso in uno chassis in alluminio con un peso di 1,25 Kg. e con uno spessore di circa 2 cm.
Ovviamente integra tutti i sistei di connettività possibili che comprendono scheda WiFi, Bluetooth e 3G/HSPA per poter rimanere sempre connessi con i propri amici e/o clienti.
Inoltre usufruendo dei servizi Ovi, sarà possibile scaricare musica dal Nokia Music Store, oppure utilizzando il gadget Ovi Maps e il sistema gps integrato, è possibile utilizzare il netbook come un vero e proprio sistema di localizzazione.
Maggiori indicazioni e caratteristiche saranno rese note il 2 settembre durante il Nokia World.

via | Booklet 3G il primo netbook targato Nokia

La Apple vìola la privacy?

Apple ha la possibilità di controllare a distanza tutti gli iPhone e disabilitare, qualora lo ritenga opportuno, applicazioni e software installati sui terminali degli utenti. Dopo una settimana di indiscrezioni in proposito, è stato lo stesso amministratore delegato Steve Jobs ad ammetterlo a margine di un colloquio con il Wall Street Journal sull’andamento lusinghiero delle vendite delle applicazioni per il gadget tecnologico più desiderato del momento.

La discussione sull’esistenza di questo “killswitch” (ovvero la proprietà del cellulare di bloccare le applicazioni indesiderate), era iniziata da una settimana sui forum e nei siti specializzati in software e telefonia. Ad accenderla era stato Jonathan Zdziarski, uno sviluppatore di codice indipendente che,  esaminando i file all’interno del telefono, si era reso conto che l’apparecchio di tanto in tanto scarica dalla casa madre un file di “applicazioni non autorizzate” inserite in una lista nera, che potrebbero poi essere eliminate in automatico dalla memoria del terminale.

Sulla vicenda del killswitch si diffondono sul web vere e proprie leggende metropolitane. Che lo stesso Zdziarski prova a sfatare:

“1. Non è vero che l’iPhone spia gli utenti e avvisa la Apple su quali programmi usa.

2. Non è vero che killswitch è già stato usato per bloccare alcune applicazioni.

3. Non è vero che questo programma può cancellare le applicazioni, al limite bloccarne l’avvio;

4. E’ falso che la posizione Gps del proprietario dell’iPhone viene comunicata alla Apple

Nell’intervista concessa al Wall Street Journal, Jobs aveva spiegato che il killswitch sarebbe servito ad Apple per impedire il proliferare di virus e software dannoso al suo cellulare e non a violare la privacy dei suoi utenti. La rete si è però rivoltata contro la casa di Cupertino soprattutto per la sua scelta di tacere questa funzione, lasciando che a scoprirla fossero gli utenti stessi.

L’esistenza di una tale facoltà solleva comunque una serie di dubbi sulla possibile violazione di diritti dei consumatori.

Innanzitutto per la mancata trasparenza, considerato che si tratta di una informazione che un acquirente potrebbe voler conoscere prima di acquistare il telefono.

In secondo luogo per la possibile falla alla sicurezza: che accadrebbe se qualcuno utilizzasse tale funzionalità per danneggiare i terminali degli utenti?

Infine, e soprattutto, per la discrezionalità lasciata ad Apple: chi decide quali sono le applicazioni potenzialmente dannose? Mentre la cosa è ovvia per un software che ad esempio ruba i dati personali degli utenti, la questione non è altrettanto chiara per programmi ritenuti da Apple illegittimi per ragioni commerciali o di politica industriale. E’ facile immaginare, ad esempio, il fuoco di indignazione che sarebbe divampato se una cosa analoga l’avesse fatta Bill Gates su tutti i pc equipaggiati con il sistema operativo Microsoft.

Più in generale, si aprono quesiti su quali siano i limiti ai diritti dei fabbricanti su quel che acquistiamo. Comprereste, ad esempio, un’automobile alla quale la casa madre inibisse la possibilità di percorrere alcune strade perché dichiarate “potenzialmente pericolose?”

L’associazione di tutela dei consumatori Adoc, sulla vicenda del controllo in remoto dell’iPhone da parte di Apple, chiederà controlli all’autorità italiana per la garanzia dei dati personali e alla stessa polizia postale. Obiettivo, verificare se non siano state violate leggi italiane. Altrimenti, “chiederemo il sequestro di tutti gli apparecchi non ancora venduti e la sostituzione di quelli già venduti se gli acquirenti lo richiederanno, affinchè venga disattivato il sistema di controllo installato dalla Apple”.

Intanto, lo stesso Jonathan Zdziarski spiega a tutti gli appassionati come proteggere il proprio melafonino. Il killswitch, funziona in maniera semplice: senza che l’utente lo sappia, l’Iphone si connette a una lista nera di applicazioni compilata dalla Apple. Se e quando in questa lista, al momento vuota, verranno inseriti i vari software, allora il cellulare impedirà (in modo non ancora chiaro) l’avvio dei programmi stessi. Per impedire che questo accada, Zdziarski spiega che è necessario fare il jailbrake al proprio iPhone. Ovvero sbloccarlo dai limiti imposti dalla Apple e metterlo nelle condizioni di accettare anche programmi di terze parti. Con uno di questi, openssh, si deve quindi inserire un semplice indirizzo ip, che blocca di fatto l’accesso alla black list della Apple. Le guide su come eseguire questa operazione stanno comparendo in gran numero nei siti degli appassionati. E va ricordato che l’operazione di sblocco dell’iPhone fa automaticamente decadere la garanzia del produttore.

via|Massimo Russo e Repubblica.it

L’Eee pc di Asus

L’Eee PC è un subnotebook sviluppato da Intel e ASUS. Il suo nome deriverebbe dalla contrazione dello slogan “Easy to learn, Easy to work, Easy to play”.

Nato con lo scopo di ridurre costi, consumi, peso (0,95 kg) e le dimensioni (22,5 cm x 16,4 cm x 2,15/3,50 cm) utilizza uno monitor da 7 pollici (ma esistono anche modelli, un pò meno economici, da 8,9 e da 10 pollici), la memoria RAM varia tra 512 MB e 1024 MB, la memoria di massa è basata su un disco a stato solido da 2, 4, 8 o 20 GB. Il dispositivo è dotato di tre porte USB, una VGA per collegare uno schermo esterno, un lettore di schede SD/MMC, il touchpad, altoparlanti, una porta ethernet e di un dispositivo per gestire le connessioni wireless. Il processore è un Intel Celeron M ULV 353 da 900 MHz basato sul core Dothan con cache L2 ridotta a 512 kB capace di un consumo a pieno carico di soli 5 watt.

Alcuni modelli dispongono anche di webcam e microfono integrati.

Il computer viene fornito col sistema operativo Xandros (una distribuzione GNU/Linux) preinstallato.

In alcuni modelli, come l’Eee PC 900, è presente Microsoft Windows XP preinstallato.

Inoltre, viene fornito con una serie di applicativi di produttività personale.

Che dire? Questo piccolo notebook sembra descrivere l’opposto di quanto abbiamo vissuto negli ultimi tre lustri: anni in cui le industrie produttrici di hardware e software si sono affannosamente inseguite le une con le altre mettendono (e, talvolta, imponendo) sul mercato pc con sempre più elevata potenza di calcolo e sistemi operativi e applicazioni elefantiache che potessero saturarla. Senza tener conto, entrambe, delle effettive esigenze e possibilità economiche dei consumatori finali.

L’Eee Pc è la dimostrazione che si può vendere un computer, seppur ‘minimale’, a meno di 300 euro, cioè ad un prezzo inferiore alla media di tanti cellulari di medio livello. Un pc che soddisfa l’utente medio che ha necessità di scrivere testi o tabelle di calcolo, vedere foto o divx (magari in treno), navigare sul web, consultare e inviare messaggi di posta elettronica.

Per i più curiosi, suggerisco questo link, in cui, tra l’altro, vengono dati consigli per ‘potenziare’, a costi contenuti, questo bel gingillino.

AGGIORNAMENTO: è uscita anche la versione Desktop.

La Apple si ‘ispira’ alla Braun?

In un articolo apparso su Gizmodo.com vengono evidenziate curiose somiglianze fra alcuni prodotti Braun del 1960 e alcuni attuali prodotti Apple: forse il design innovativo dei prodotti Apple, che spesso motiva il loro (relativamente) elevato costo, proprio innovativo non è.

Braun T1000 radio and PowerMac G5/Mac Pro

Braun T3 pocket radio and Apple iPod

Braun LE1 speaker and Apple iMac

via | Gizmodo.com

Il computer del XIX° secolo

Senza dubbio originale questo notebook in legno e cuoio (ovviamente irrealizzabile nella realtà…)

Le debolezze del MacBook Air e i pregi dell’Asus Eee

 MacBook Air è il nuovo notebook ultrasottile della Apple. Un tempo si credeva che il sistema operativo della Apple fosse immune dai virus, ma abbiamo la conferma che non è così: in 2 minuti, Charlie Miller, consulente informatico già famoso per essere ruscito a violare l’iPhone, è riuscito a far visitare dagli utilizzatori del MacBook un sito da lui preparato e a installare un virus da questo sito. Miller non ha potuto rivelare come è riuscito ad aggirare i sistemi di sicurezza del notebook, ma il punto debole pare essere Safari, il browser usato dal computer.

Divagazione sul tema: sono anni che sento criticare Windows da persone sicuramente molto più esperte di me. Si dice che costi troppo: io ho preso Vista Home Premium per utenti education e ho pagato 99 euro. Considerate che c’è gente che spende 60 o 70 euro per comprare un software di masterizzazione ingombrante come Nero…(sostituibilissimo con software gratuiti)

Ora, posso capire i fan di Linux che, nonostante i problemi di compatibilità hardware non del tutto risolti, per lo meno è gratuito. Ma non riesco a capire questa presa di posizione a favore del Mac: l’ultimo nato, il MacBook Air,  è veramente deludente. A che serve un computer tanto sottile da poter passare sotto una porta ma senza lettore cd-dvd e senza una porta ethernet? Se devo spostare alcuni giga di roba, quanto ci vuole? E se il wifi non c’è? E poi: una sola porta usb, un disco rigido più lento di quelli del Macbook e del Macbook Pro (4200 rpm contro 5400), un processore lento (Intel Core 2 Duo 1.6/1.8 GHz). Dulcis in fundo: la batteria non è sostituibile dall’utente. Insomma: si pagano 650 euro in più rispetto al Macbook (più veloce) per risparmiare un chilo di peso e guadagnare otto millimetri di spessore!

A questo punto è molto meglio rinunciare al Mac e puntare sull’ottimo Asus Eee, che costa (a partire da) 300 euro (contro i 1700 dell’Air), è grande la metà, pesa 400 grammi in meno, ha tre porte USB e una telecamera integrata, ed usa Linux preinstallato (XP è opzionale). Uniche note dolenti: nell’Eee il disco rigido è molto meno capiente, anche qui manca un lettore ottico, lo schermo è un 7 pollici (contro i 13,3 dell’Air, ma c’è anche un modello da 9 pollici) e non c’è il multitouch (ma servono davvero per un computer che vuole essere portatile?): però al costo di un Air ne compro 5 di Eee (e mi avanzano anche 200 euro)!

Che dire? Intanto uso il mio caro Sony Vaio con il suo vituperato Vista. E mi trovo bene.

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