Come ormai noto da giorni, Roberto Donadoni non è più il ct della Nazionale. La Federazione ha spiegato che all’allenatore è stata comunicata la volontà di “esaurire il rapporto contrattuale alla naturale scadenza“. Donadoni si è congedato così: “Le valutazioni andrebbero fatte in maniera diversa senza tenere conto esclusivamente dei risultati. Dispiace che un calcio di rigore abbia determinato questa situazione. In questi due anni la mia Italia ha fatto anche qualcosa di positivo, un ultima partita non può cancellarlo“. Inevitabile la domanda sull’ombra di Lippi. “Se ne parla da due anni…“.
“Rifarei tutto perché tutto quello che ho fatto, l’ho fatto con coscienza. E non è vero che mi sono sentito solo, attorno a me avevo la struttura della Federazione, i giocatori, lo staff e tanta gente. Da parte dei giocatori ho avuto tutto quello che potevo aspettarmi, sono molto soddisfatto. In campo, i ragazzi hanno dato tutto quello che potevano, mostrando sempre grande attaccamento alla maglia e spirito di sacrificio“.
L’accordo siglato il 4 giugno prevedeva la riconferma automatica del commissario tecnico in caso di qualificazione alle semifinali, oppure una verifica con la Federazione entro dieci giorni dall’ultima gara disputata all’Europeo. Quindi, l’allenatore non ha potuto fare altro che prendere atto della scelta della Figc. Donadoni, per sua espressa scelta, che conferma il suo spessore umano, non avrà neppure diritto a un indennizzo monetario, come gli aveva invece proposto la Federcalcio. “I soldi fanno comodo a tutti: ma ho dimostrato di credere in altri valori“.
Un’uscita ‘da signore’, insomma.
Io sono perfettamente d’accordo con Zeman: con Lippi e con Donadoni non ci sono state due Italie diverse. Semplicemente, il primo è stato più fortunato dell’altro.
Teniamo presente che Lippi ha avuto una formazione migliore, soprattutto in difesa, con Cannavaro, Nesta ed il miglior Materazzi di sempre. Donadoni non ha avuto lo stesso apporto da gente come Zambrotta e Toni (e non solo), apparsi piuttosto appannati. Non dimentichiamo che, ai mondiali, con l’Australia si è vinto in extremis con un rigore quanto meno generoso. Che con la Germania si è vinto ai supplementari e che la finale con la Francia è stata vinta solo ai rigori.
Donadoni ha perso oltre i suoi demeriti con l’Olanda (che ha segnato il primo gol in palese fuoirgioco), si è visto annullare un gol regolare (di Toni) contro la Romania, ha fatto il suo dovere con una Francia non eccelsa e ha passato il turno nonostante il nostro girone fosse unanimamente riconosciuto come il più difficile. La sua Italia si è arresa solo ai rigori contro una Spagna che, nelle altre partite ha sempre vinto segnando caterve di gol. Ed è appena giunta in finale.
Certo, degli errori li avrà pure commessi (Oddo sarebbe tornato utile, Cassano è stato utilizzato non benissimo, ha cominciato l’europeo con il logoro centrocampo del Milan…), ma forse era il caso di concedergli un’altra chance.
Commenti recenti