Diceva Guglielmo di Occam, vissuto nel 1300: “è inutile fare con più quello che si può fare con meno”.
Timothy Ferriss, trentun’anni, originario di Long Island ma californiano d’adozione, sembra aver fatto suo questo motto: è passato da giornate lavorative di 14 ore a 40.000 dollari l’anno a 4 ore settimanali per 40.000 dollari al mese e, oggi, dirige una multinazionale da postazioni wireless in giro per il mondo, è stato attore in una serie tv di Hong Kong, campione mondiale di tango, nazionale di kickboxing cinese.
Almeno, questo è quello che sostiene nel suo libro, “4 ore alla settimana – ricchi e felici lavorando 10 volte meno“, best-seller negli Stati Uniti, tradotto e distribuito in Italia da Cairo Editore.
Nel suo blog (www.fourhourworkweek.com/blog) uno dei più popolari al mondo, con 20 milioni di visite al mese, quello che si definisce ‘designer di stili di vita’, dà consigli pratici per riorganizzare il proprio lavoro e per realizzare i sogni nel cassetto. Per esempio, fornisce gli strumenti per calcolare le spese necessarie a sostenere un certo progetto e il programma (Dreamline) per portarlo a termine in 6 o 12 mesi. Dice di non amare le parole ‘successo’ e ‘felicità’ perchè troppo vaghe. Ed è impossibile raggiungere obiettivi che siano formulati in modo poco chiaro. Sostiene che le persone si dichiarino infelici quando hanno un lavoro che le fa sentire annoiate. E’ importante identificare che cosa ci piace, definire concretamente i nostri sogni. Si desidera tanto un viaggio? Occorre calcolare di quanti soldi si ha bisogno e trovare le attività necessarie per produrre la cifra che serve. Così, passo dopo passo, si trova soddisfazione nel ridisegnare il proprio stile di vita.
Fondamentalmente i suoi suggerimenti si basano su 3 principi:
1) La legge”80/20″ dell’economista italiano Vilfredo Pareto che recita: 1’80% degli effetti è dovuto al 20% delle cause. Quindi, l’80% circa del valore della nostra produttività è generato, più o meno, dal 20% del nostro lavoro. Il corollario è che l’80% del tempo dedicato al nostro lavoro produce solo il 20% di valore. Occorre, allora, eliminare le azioni che non generano produttività ma fanno solo perdere tempo. Esempio: è inutile focalizzare gli sforzi in maniera omogenea su tutti i propri clienti; meglio rivolgersi solo a quei pochi che fanno realizzare l’80% dei profitti. Se le mie reminescenze di marketing sono corrette, si parla di ‘segmentazione della clientela. Temo che molte compagnia telefoniche, quando devono fornire assistenza al cliente, facciano proprio questo, purtroppo. Altri esempi: delegare tutte le operazioni più noiose ad un assistente personale (società come l’indiana Bricwork affittano assistenti a
distanza a 10 euro l’ora che da Bangalore vi preparano la relazione per il capo e vi pagano pure le
bollette) ed evitare situazioni sprecatempo (per es. riunioni che non producono decisioni entro mezz’ora).
2) La legge di Parkinson: un lavoro o un compito viene percepito in importanza e complessità in relazione al tempo assegnato per il suo completamento. Quindi, è preferibile non darsi scadenze a medio-lungo termine per portare a fondo un compito, in quanto non riusciremo a concentrarci, a mettere a fuoco gli obiettivi principali, ma divagheremmo su altre azioni. I manager più di successo sono capaci di isolarsi da tutto il resto e concentrarsi su un singolo compito: di solito non guardano mai le email al marrino, usano il telefono per le cose che contano, si prefissano di portare a termine una o due cose della loro agenda prima della pausa del pranzo, sapendo che il pomeriggio è più dispersivo.
3) Il principio del batching: consiste nell’ottimizzare e dunque eseguire assieme tutte quelle azioni ripetitive che vengono svolte in un determinato arco di tempo. L’autore invita a coltivare «l’ignoranza selettiva»: pochi giornali, tv, web; e-mail una volta alla settimana. Occorre eliminare tutto il consumo di notizie che non portano a nulla. Per le notizie del giorno possono anche bastare icamerieri del ristorante». Un esempio è dato anche dal pagamento delle bollette: è inutile recarsi alla posta per ogni bolletta ricevuta; è più efficiente accumularne il più possibile (scadenze permettendo), per fare un’unica commissione all’ufficio postale.
Secondo alcuni critici l’abilità dell’eccentrico manager è stata quella di intercettare e dare evidenza ad un malessere diffuso e crescente per il modo in cui le tecnologie elettroniche hanno invaso le nostre vite, offrendo sì nuove opportunità, ma anche assorbendo molto tempo libero e obbligando le aziende a modificare l’organizzazione del lavoro.
Non so perchè ma i libri che trattano queste tematiche mi sembra che “scoprano l’acqua calda”. Un effetto sicuro c’è: fanno guadagnare un pò di soldini a chi li scrive.
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