Accetto con profonda e personalissima delusione il responso delle urne: per la terza volta, l’imbonitore di Arcore guiderà il nostro Paese. Lo attendo al varco: vediamo che fine faranno l’Alitalia, i rifiuti di Napoli, il nostro sistema giudiziario, il precariato (andremo ancora avanti col trasformare un posto di lavoro in due precari, dicendo che è aumentata l’occupazione?), i conti pubblici (è facile, caro Tremonti, raggranellare un pò di soldini con i condoni e le vendite del patrimonio immobiliare e non del Paese), eccetera.
Non dimentichiamo che l’ultimo governo del ‘cavaliere coi tacchi’ si è concluso con una procedura di infrazione europea per eccesso di deficit di bilancio.
Attendo anche di vedere quanto sarà ‘editore liberale’, come ama autodefinirsi: qualcosa mi dice, ad esempio, che difficilmente rivedremo in tv Marco Travaglio, che ha il grave torto di fare accuse basandole su fatti, sentenze alla mano.
Prendo anche atto del fatto che, grazie a questa ‘splendida’ legge elettorale, milioni di persone, a destra e a sinistra, non avranno rappresentanza nel nuovo Parlamento: tra loro ci sono precari, ecologisti, disoccupati, giovani. Lasciati fuori dal Parlamento per far posto ad un centinaio tra condannati, prescritti, indagati e rinviati a giudizio (qui trovate i nomi di alcuni di questi personaggi).
Vedremo anche la reazione di Fini (che ormai ha rinnegato pure se stesso) al federalismo fiscale preteso dalla Lega.
Tralasciando i titoloni dei quotidiani nostrani, tutt’altro che obiettivi, ho dato un’occhiata ai titoli di alcuni giornali stranieri. Il Sole 24Ore, in particolare, ne ha curato una rassegna:
Un ritorno al potere «rimarcabile», scrive il Financial Times, ma la vittoria è stata resa possibile dagli alleati di destra e saranno loro ad avere il controllo. «Resta in dubbio se l’Italia assisterà a una nuova era di stabilità politica», scrive il quotidiano economico britannico, «la coalizione di centro-destra ha perso la voce moderatrice dei cattolici di centro».
Il Cavaliere torna al potere «grazie all’alleato post-fascista», titola l’Independent, riferendosi a Gianfranco Fini.
Per il Guardian sarà «il governo più di destra» che l’Italia abbia avuto da quando Berlusconi è arrivato al potere la prima volta, nel 1994. Il premier dovrà «prendere sul serio» la Lega Nord, «virulenta» e anti-immigrati, che ha ottenuto un risonante «trionfo». Per la prima volta dal dopoguerra, il Parlamento italiano sarà diviso tra due gruppi principali, «il che dovrebbe portare stabilità». Ma «il trionfo di Berlusconi manderà un brivido di apprensione a Bruxelles», dove è di fresca memoria «il modo in cui ha mandato i conti pubblici fuori controllo, minacciando la stabilità dell’euro».
Il Times di Londra lo definisce un uomo «irreprimibile», «troppo attaccato agli interessi acquisiti e troppo perseguitato da accuse di corruzione per essere l’uomo scelto dagli italiani per ribaltare il declino economico e sociale del Paese».
È il Telegraph a ricordare, con un titolo a parte, che il processo nei confronti di Berlusconi, accusato di corruzione, riprenderà venerdì a Milano. «Il caso probabilmente andrà per le lunghe, ma l’Italia ha deciso»: «i suoi penosi, risultati di governo, le sue gaffe comiche e i suoi scontri con la giustizia non sono un ostacolo alla carica più alta». Intanto l’Italia – dice un altro titolo del Telegraph – è «il malato d’Europa».
La lista dei dossier caldi viene snocciolata dal francese Les Echos: il quotidiano economico francese spiega che il governo di Romano Prodi potrebbe restare in carica per gli affari correnti parecchie settimane, «eppure ci sono parecchi dossier urgenti che attendono decisioni», a cominciare dall’Alitalia. Berlusconi «continua a lasciar planare l’idea che un gruppo di uomini d’affari italiani, da solo, o con partner stranieri» possa acquisire la società.
Non c’è da stupirsi dunque se Berlusconi «promette mesi difficili» come titola il Nouvel Observateur sulla home page del suo sito, sottolineando due priorità, emergenza rifiuti e Alitalia.
Le Monde parla di «larga vittoria», Le Figaro è più colorito: «L’inconsumabile Cavaliere seduce sempre l’Italia». Per il quotidiano conservatore è «una personalità fuori dal comune, eccessiva e pazzerella», è «l’antitesi del politicamente corretto», eppure, «inaffondabile, è sopravvissuto ai magistrati, ai pessimi risultati economici, agli attacchi della sinistra e perfino al ridicolo». Secondo Le Figaro, Berlusconi domina sulla destra e Fini si accontenta del ruolo di secondo.
«Una vittoria grazie alla destra dura», scrive Libération: secondo il foglio di sinistra, il Cavaliere «è ormai ostaggio di questo alleato ingombrante», la Lega Nord. La Sinistra Arcobaleno è stata «laminata». «Anche a destra – osserva Libération – la scelta del voto utile sembra essere stata determinante. L’Italia si incammina verso il bipartitismo».
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