Il tg 1 fa schifo

Un tempo era ‘il telegiornale’, quello considerato più autorevole. Oggi è la bella (e neanche tanto) copia del tg4 di Emilio Fido. Mi riferisco al tg1 di Scodinzolini.

E non sono l’unico a pensarla così.

“Questa sera ho seguito il TG1 delle 20. Tutto, dall’inizio alla fine, prendendo appunti su un tovagliolo di carta. Nonostante i miei timori della vigilia sono riuscito a seguirlo tutto, placido e rassegnato come un corrispondente di guerra fra le bombe.

Premessa.

Pensavo tutto il male possibile del TG1 di Riotta, con i suoi insopportabili “panini politici” dove perfino i comprimari dei comprimari trovavano spazio e visibilità dentro quella idea di servizio pubblico dove la politica usa la Rai come personale noiosissimo megafono.

Svolgimento.

Il TG di Minzolini (o per lo meno l’edizione andata in onda questa sera) è peggio. Certamente peggio. E’ un banalissimo TG di regime confezionato senza alcuna mimetizzazione.

Il servizio di esordio è dedicato al prezzo della benzina. Per riassumerne il senso: il governo buono cerca di convincere i petrolieri cattivi, anche se invano. Seguono interviste ad automobilisti depressi.

Secondo servizio dedicato al viaggio di Silvio Berlusconi in Turchia a presenziare ad una firma per un gasdotto fra Turchia e Russia (nientemeno): lungo pezzo assai poco notiziabile con multipli interventi in voce del Premier sorridente. A corredo commento giornalistico sottomesso e plaudente degno delle pellicole dell’Istituto Luce.

Dopo Berlusconi corso a complimentarsi con Putin a Istambul, il terzo servizio è dedicato alla visita di Umberto Bossi in Abruzzo, anticipato da un breve servizio sul terremoto del pomeriggio nel frusinate con intervista tranquillizzante a Boschi. Bossi, per quanto si capisce, plaude alla rapida ricostruzione post terremoto ed alla solidarietà del resto del paese: la giornalista ci informa che Bossi è in Abruzzo accompagnato dal Ministro per la Semplificazione Amministrativa Calderoli e dal viceministro alle Infrastrutture Roberto Castelli, e termina il servizio con una ficcante domanda sulle recenti polemiche sul Tricolore. Bossi guarda l’orizzonte, glissa e poi dice alla intrepida cronista: “Lascia stare la bandiera italiana e me interessa solo la bandiera padana”.

Poi è il turno di un servizio sulle ronde in città con interviste (a caso) al sindaco di Roma Alemanno e al sindaco di Milano Moratti. Segue il primo di tre (tre) eccitati collegamenti con inviata nella sede del Superenalotto.

Poi il TG scivola veloce:

– BCE dice che la crisi si sta arrestando.
– Afghanistan, servizio esclusivo al seguito dei Marines che sparano a caso col bazooka usum telecamerae
– Stefano Tura da Londra annuncia lancio di verdure contro Gordon Brown ma e’ un manichino

Il TG risale con una grande intervista in diretta all’amministratore delle FFSS Moretti che, dopo opportuno servizio al riguardo della redazione, spiega che i treni sono sporchi per colpa degli appalti della gestione precedente, nel più classico scarico di responsabilita’ di ogni classe dirigente nostrana sui pessimi predecessori.

Si prosegue:

– Operai sulla gru a Milano, forse soluzione in arrivo (breve intervista al segretario della Fiom che pronuncia la parola “compagni”)
– SUPERENALOTTO LIVE (estrazione numeri)
– Servizio su anniversario Hiroshima
– Servizietto su down di Twitter

Il TG riprende nerbo con un servizio sui voucher con cui è possibile acquistare i servizi di badanti, giardinieri e camerieri. Dice che sono un grande successo. Chi lo dice? Ovviamente il Ministro Sacconi intervistato in merito; dice poi che una simile idea è in grado di far emergere il sommerso.

Ci avviamo verso la fine:

– Servizio su probabile uxoricidio
– Inchiesta su Tombaroli e falsari di reperti antichi
– Inchiesta sulla durezza dl lavoro di portinaio (mestiere che va scomparendo)
– Servizio su amena localita’ turistica calabrese.

Impennata finale con servizio sul rosa e sulle Neo Romantiche. La giornalista ferma ragazze a caso a Roma chiedendo: Scusa sei Romantica? E loro, Certo!

– SUPERENALOTTO LIVE, nessun 6 ne 5+1

Fine”.

via | Manteblog

Fessbuc!

Fessbuc! La prima sit-com dedicata a Facebook. Primo episodio

Il tg2 abolisce l’opposizione

Tg2 ore 13: abolizione dell’opposizione. Non un minuto, non una notizia, non una citazione per forze politiche esterne alla maggioranza. Lungo servizio per Berlusconi e un aggiornamento sull’Alitalia durante il quale è stata data la parola al ministro Sacconi, senza alcun contraddittorio. Giustamente lungo e documentato il filmato sul presidente della Camera Fini e le sue importanti dichiarazioni, accompagnate, per amore di simmetria, da una inutile citazione del presidente del Senato Schifani. Poi, ovviamente, il Papa a Parigi e qualche notizia di cronaca disastrosa. Ed è tutto. Ma, per tornare a Fini, il suo intervento davanti ai giovani di An (partito peraltro estinto) ha smentito le gravi retromarce parafasciste di Alemanno e La Russa, sostenendo che «ogni democratico deve essere antifascista», cioè credere a libertà, uguaglianza e giustizia sociale. Bravo. Avrebbe potuto aggiungere che la libertà contempla l’esistenza dell’opposizione, tanto per farlo sapere al direttore del Tg2 Mazza, che è del suo stesso fu partito.

via|Maria Novella Oppo su l’Unità

Links all’informazione

  

   

    

  
 

Milena Gabanelli: "Io non prenderei mai i soldi dei cittadini"

È facile dire community journalism, citizen journalism o frasi così, nell’Italia dilaniata dalla furia antipolitica, dalla sfiducia verso le caste, dalla percezione diffusa che i giornalisti altro che cani da guardia – cani da salotto, sono sempre più, del potere. Quello che c’è dietro la formula – qui come negli Stati Uniti – è tuttavia un po’ più difficile da capire.
Mentre inizia la nuova stagione (altro che Pd: ricomincia Floris, sta per ripartire Vespa, arriva Lilli Gruber a Otto e mezzo), c’è qualcuno che pratichi da noi qualcosa di anche vagamente simile a un giornalismo come quello tentato ora dal californiano Spot Us, o dal newyorchese ProPublica? Ed è auspicabile? Non sarà mica Beppe Grillo col suo blog, diventato intermittente assai? Lo fa Marco Travaglio, o magari la casa editrice chiarelettere? E in definitiva, è davvero un mondo migliore quello in cui i giornalisti anziché esser pagati da editori – in Italia grandi gruppi economici, oppure lo stato – prendono soldi direttamente dai cittadini che li leggono?
Esito finale del samarcandismo, teniamoci pronti a farci dettare infine l’agenda, se non proprio i pezzi, da chi poi dovrà leggerli. Milena Gabanelli, nella sua bottega di Report, ha fama di grande rompiscatole, e di giornalista proverbialmente vicina al suo pubblico. Non così vicina da farsi pagare dai suoi telespettatori, «questo non potrei accettarlo, perché anche così finirei al soldo di gruppi di interessi, anche i cittadini possono essere un gruppo di interessi. Noi di Report riceviamo tantissime proposte di sponsorizzazioni da comitati, i no tav, tanti comitati civici… Ma non è una cosa che potrei mai tollerare, se mi faccio pagare da un comitato danneggio sicuramente gli interessi di altri cittadini estranei a quell’interesse».
Naturalmente Gabanelli accoglie richieste, suggerimenti, segnalazioni. «Non che Report sia fatto secondo quello che vuole il nostro spettatore», racconta mentre sta lavorando alla prima puntata della nuova serie, che esordirà il 12 ottobre. «Però nei periodi in cui andiamo in onda riceviamo in media 500 segnalazioni al giorno, e ci sono dei miei collaboratori che hanno il compito di leggerle tutte, sul serio». Da lì arrivano molti spunti. «Alcune di queste segnalazioni sono solo indicatori di uno stato d’animo, che comunque ci aiuta a inquadrare i temi più sentiti. In questo momento, direi in quest’ordine, l’inquinamento, la scuola, la sanità, il sindacato. Altre volte le richieste dei cittadini entrano un po’ più nello specifico, per esempio quando ci scrive un impiegato, o un funzionario, o qualcuno che, in una certa azienda, è a conoscenza di qualche malfunzionamento, e ha una documentazione che possa certificarlo».
In quel caso – finanziamento a parte – siamo relativamente vicini all’esperienza di certe cose americane come appunto Spot Us, o magari come The Politico, che funziona diversamente, ma riceve soldi (pochi per ora, a quanto pare) dal web. «Il cittadino allora diventa il nostro insider», dice Gabanelli.
Non è, tecnicamente, scrivere quello che il lettore vuole sentirsi dire; né farsi scegliere gli argomenti da chi leggerà: «La scelta la facciamo sempre noi, ci facciamo un mazzo così, riceviamo un mucchio di querele, e vogliamo almeno poter stabilire da soli quello che ci attizza veramente. Noi, non il pubblico».
Già, eterna questione che chiunque scrive si è sentito porre, alla riunione del giornale: ma interesserà davvero al lettore? Il fatto è che, a pensarci bene, nessuno lo sa; specie chi presume di saperlo.

via | Jacopo Jacoboni su “La Stampa”

… e Biscardi ospita la Cdl

Faccio zapping tra i vari canali televisivi ed intravedo il Biscardone nazionale sul circuito 7 Gold (ma non doveva tornare in Rai?). Resto colpito dagli ospiti, tra i quali:

– Altero Matteoli (ministro delle Infrastrutture)

– Daniele Capezzone (ex radicale, ora portavoce di Forza Italia)

– Carlo Taormina (ex deputato Polo Libertà)

– Pasquale Squitieri (regista, candidatosi al Senato per il Polo delle Libertà nel 1996, ma non eletto)

– Gigi Moncalvo (vicino alla Lega, è stato direttore de ‘La Padania’  tra il 2002 ed il 2004).

Più un collegamento telefonico con il ministro Maroni.

Dicono che ‘Porta a Porta’ sia la terza Camera; che dire di questa bella ed omogenea combriccola?

Arriva Rai 4

Stasera iniziano le trasmissioni di Rai4, il nuovo canale del digitale terrestre Rai dedicato ai giovani dai 16 ai 30 anni.

Carlo Freccero, presidente di RaiSat, è riuscito nell’intento di far partire la neonata rete Rai superando così i ritardi accumulatisi nel tempo a causa della definizione del budget del nuovo canale, la cui programmazione è dedicata a film e telefilm vicini ai giovani. E’ proprio Freccero a tracciare le linee guida nel canale, descritto come “una rete per un pubblico giovane, che naviga su internet, sensibile alle suggestioni della moderna comunicazione” che Freccero definisce “giocolieri“. L’obiettivo che la Rai si prefigge con Rai4 è proprio quello di intercettare questi “utenti televisivi provenienti dal web, abituati a creare bolle comunicative che lanciano in rete”. Proprio il web, nelle intenzioni di Freccero, sarà una delle principali fonti di appovvigionamento per il palinsesto di Rai4, che per il momento proporrà prevalentemente serie americane cult, film, cartoni animati, programmi musicali, oltre ai “coprire i ‘fuoricampo’ di alcuni reality della generalista”.

Il palinsesto completo della prima settimana è disponibile sul sito dell’ufficio stampa della Rai.

via | http://www.televisionando.it

Ancora sulla abusività di Rete 4

Ne avevo parlato qualche tempo fa, ma Fabrizio mi fa notare, giustamente, che sarebbe il caso di dare un’occhiata alla sentenza ufficiale della Corte Europea che condanna l’Italia a una multa di circa 130 milioni di euro all’anno se Rete 4 non cederà a Europa 7 le frequenze che il nostro presidente del consiglio ha in concessione (abusiva) dallo Stato.

Bene, io partirei da Wikipedia, che contiene anche tutti i links ai vari interventi a riguardo, non solo della Corte Europea, ma anche della Corte Costituzionale e del Consiglio di Stato.

I testi delle sentenze della Corte di Giustizia Europea sono accessibili alla pagina http://curia.europa.eu/en/transitpage.htm. La sentenza che ci interessa è la C‑69/07 del 31/01/2008.

Le sentenze della Corte Costituzionale sono all’indirizzo http://www.cortecostituzionale.it/. Quella che ci interessa è la 466 del 20 novembre 2002.

Il decreto partorito dal terzo governo Berlusconi (ribattezzato “Salva Rete4″) è il decreto del 24 dicembre 2003.

Le sentenze del Consiglio di Stato sono reperibili su http://www.giustizia-amministrativa.it. Quella che ci interessa è la n. 3846 del 19 luglio 2005.

A suo tempo (31 gennaio 2008), un altro dei capisaldi dell’informazione berlusconiana “Studio-Novella 2000 Aperto”, minimizzò con questa strafottenza la portata della sentenza della Corte Europea.

Secondo quelli di Mediaset: la sentenza della Corte di Giustizia Ue che definisce «contrario al diritto comunitario» il regime italiano di assegnazione delle frequenze tv «non può comportare alcuna conseguenza sull’utilizzo delle frequenze nella disponibilità delle reti Mediaset, inclusa ovviamente Retequattro. Il giudizio cui la sentenza si riferisce riguarda infatti esclusivamente una domanda di risarcimento danni proposta da Europa 7 contro lo Stato italiano e non può concludersi in alcun modo con pronunce relative al futuro uso delle frequenze. Quanto all’insinuazione che Retequattro occuperebbe indebitamente spazi trasmissivi a danno di Europa 7, Mediaset ribadisce che Retequattro è pienamente legittimata all’utilizzo delle frequenze su cui opera. Quindi nessun rischio per Retequattro».

Certamente lo Stato (leggasi: noi) dovrà pagare. Anche quelli della Corte Europea sono, quindi, cattivoni comunisti che perseguitano il nostro eroe senza macchia e senza paura.

L’idea che dobbiamo pagare con le nostre tasse il teatrino di Fede (perchè tutto è tranne che informazione) mi fa imbufalire non poco.

siamo ciò che mangiamo?

Dalla puntata di Report del 14 aprile 2008

E’ stato calcolato che la terra potrebbe nutrire 10 miliardi di persone che si alimentassero come gli indiani; 5 miliardi che seguissero la dieta degli italiani; ma solo 2,5 miliardi con il regime alimentare degli statunitensi. Questo perché la metà dei cereali che produciamo servono per alimentare gli animali che mangiamo. 820 milioni di persone nel mondo muoiono di fame e altre 800 milioni mangiano come se di pianeti a disposizione ne avessero 5. L’agricoltura industriale e chimica oggi è la causa di un terzo di tutte le emissioni di gas serra che stanno uccidendo il pianeta. Se il nostro futuro e quello della biosfera dipendono da come produciamo e consumiamo quotidianamente cibo, questo carica tutti noi di responsabilità.

Il ciclo completo dell’agricoltura oggi, secondo gli studi della Fao incide per il 30% sul riscaldamento del pianeta, tanto per avere un raffronto, i trasporti non legati al settore dell’alimentazione incidono per il 17%. Il settore zootecnico, invece produce gas serra 296 volte più dannosi del COo2, questo è il letame. L’aumento degli allevamenti è dovuto all’aumento del benessere quindi all’aumento del consumo di carne, questo nonostante tutti gli studi medici dicano, che mangiare troppa carne fa male. Un americano ogni anno ne mangia 122 chili, un italiano 87, un cinese 50, un indiano 4. Bisognerebbe ridistribuirla meglio, ma se il modello è la nostra ingordigia si può rischiare di arrivare alla rovina del pianeta. Un hamburger di 150 grammi, prima di arrivare sulla nostra tavola ha consumato 2500 litri di acqua, tutta quella che serve per irrigare il terreno che cresce mais o il foraggio che serve ad alimentare l’animale. Ma la carne è poca cosa rispetto ad un sistema di produrre e consumare che sfugge alle ogni logica minime di tutela, della salute, del pianeta, del portafogli. Possiamo continuare a fregarcene, oppure vedere di cambiare abitudini.

Il cibo non è solo cibo, è tutto interconnesso. Fertilizzanti, pesticidi, erbicidi, carburanti per i trattori, trasformazioni, refrigerazioni, trasporti. Il nostro mazzetto di asparagi che vengono in aereo dal Perù, quanto avrà contribuito al riscaldamento globale? E la busta di plastica che racchiude 50 grammi di prezzemolo che a occhio e croce costa di più del prezzemolo stesso?

Per produrre un chilo della plastica con cui ci vendono una manciata di prezzemolo tritato o 500 grammi di pomodori si consumano 17 chili e mezzo di acqua, un po’ di petrolio, una spruzzata di zolfo, una di monossido di carbonio e 2 chili e mezzo di CO2, quella che fa crescere il gas serra. Ma prima ancora dobbiamo calcolare i costi di estrazione del petrolio, il trasporto in raffineria, le varie lavorazioni in fabbriche diverse e ad ogni fase un nuovo trasporto. E poi quella plastica diventa subito un rifiuto e bisogna smaltirla. E allora prodotti che sono un pretesto per vendere un imballaggio. Ma quanto vale il prodotto?

guardare Oltre 3000 televisioni da tutte il mondo

tvchannelsfree

Online Video Channels è una web directory dalla quale è possibile guardare circa 3000 televisioni da tutto il mondo (di oltre 60 paesi), Italia compresa. E’ possibile navigare tra le varie categorie: intrattenimento, musica, news, cartoni animati, educazione, sport, cinema.

E’ disponibile anche una lista delle tv più viste e una delle novità.

Per la corretta visione in streaming delle televisioni è necessario che il browser sia provvisto dei necessari plugin (Windows Media Player, Quicktime, Flash), disponibili qui.

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