Novità nella Finanziaria del Governo che ‘non mette le mani nelle tasche degli italiani’.
Dopo l’eliminazione dell’Ici sulla prima casa e delle imposte di successioni, indistintamente, per tutti, dopo gli ennesimi condoni (scudo fiscale e suo prolungamento) ed altre cosette varie, ecco cos’altro ci attende.
Avete ricevuto una multa ingiusta e volete ricorrere al giudice di pace? Dal 1° gennaio dovrete pagare. Se fino ad oggi la pratica era gratuita, dal 2010 costerà dai 38 euro in su. Lo prevede la Finanziaria. Così, se l’auto in divieto di sosta non era la vostra e il comune vuole da voi 48 euro, dovrete sborsarne quasi altrettanti per evitare la sanzione. Ed è probabile che vi passi la voglia di fare il ricorso. Comma 6 bis della Legge Finanziaria 2010, approvata ieri dalla Camera: il pagamento del contributo unificato introdotto dalla legge 115/2002 viene esteso alle cause in materia di lavoro, famiglia e sanzioni amministrative. Ciò significa che per opporre dinanzi al giudice di pace una multa per violazione del Codice della Strada, il cui importo medio è di circa 70, il ricorrente deve versare il contributo unificato minimo di 30 e la marca da 8 per il rimborso forfettario dei diritti di cancelleria: in tutto 38 per risparmiarne 70. Senza contare che tra le violazioni più diffuse protagoniste di multe “pazze” figura il parcheggio in divieto di sosta, la cui sanzione è di 48 euro. Due gli obiettivi della manovra: 1) recuperare in parte le spese che ogni ricorso comporta; 2) scoraggiare i potenziali ricorrenti e arginare i contenziosi: quelli registrati nel 2009 al solo giudice di pace di Roma sono stati più di 40mila. Ma non mancano gli effetti collaterali. In base all’articolo 203 del Codice, contro i verbali si può fare ricorso anche dinanzi al Prefetto, e senza pagare. E’ facile ipotizzare, dunque, che i ricorsi non diminuiranno, ma il flusso si sposterà dai giudici ai Prefetti, con la prevedibile conseguenza di mandare in tilt questi ultimi. Ancora: poiché, in base alla legge 689/81, contro i verbali si può ricorrere senza l’ausilio di un avvocato, chi agisce in prima persona non potrà richiedere il rimborso delle spese perché non iscritto all’albo forense. L’accoglimento del ricorso sarebbe allora una vittoria di Pirro: il cittadino verserà 38 per non pagare una multa ingiusta e non potrà nemmeno farseli dare indietro. «L’aumento delle spese di accesso alla giustizia – spiega l’avvocato romano Giuseppe Lorè, esperto in materia – comporta una contrazione del diritto alla difesa». Perché in molti, pur avendo ragione, non riterranno conveniente fare ricorso. La norma non piace nemmeno ai Giudici di pace, che ieri sono scesi in piazza a Roma: la legge, dicono, «non fa altro che appesantire i costi per il cittadino».
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