Confesso che il ministro Brunetta (nella foto in compagnia della fidanzata Titti) mi incuriosisce sempre di più, anche se condivido solo alcuni tratti del suo pensiero. E’ soprattutto quel misto di candore e paraculaggine che lo caratterizza a rendemerlo quasi simpatico.
A Enrico Mentana, nel corso di una recente puntata di Matrix, dichiara: “Volevo vincere il premio Nobel per l’ economia. Non dico di esserci arrivato vicino, ma … poi mi sono innamorato della politica e ho dovuto rinunciare al Nobel”.
A Cazzullo che lo intervista per il Corriere della Sera, confida: “Sono orgoglioso di essere figlio di gente povera. Figlio della Venezia popolare. Andavo a pescare i granchietti e le anguelle, quei pesciolini trasparenti, da fare fritti. E andavo a lavorare con mio padre. Vendevo. Gondole di plastica nera. Vetri di Murano. Souvenir. Avevamo una bancarella in lista di Spagna, accanto alla stazione. E lì, sui marciapiedi di Cannaregio, ho imparato tutto. Il lavoro, il sacrificio. Conoscere la gente, parlarci…” (insomma: un altro che si è fatto da solo, come il suo capo, ndr). Poi si lancia su considerazioni economiche (il suo campo, sebbene sia laureato in Scienze Politiche): “è un fatto, non una mia opinione: il declino non esiste. Non esiste la recessione, né in Italia né nel mondo: recessione è quando per due, tre trimestri di fila il pil diminuisce; invece l’Italia è sempre cresciuta, sia pure poco… L’economia italiana non è messa male. È in sofferenza per il prezzo del petrolio. Controllo dell’offerta, aumento della domanda: agli arabi conviene tenerlo sotto piuttosto che venderlo. Non è vero che il petrolio sta finendo… Ogni cinque anni le riserve raddoppiano, o comunque si rivedono al rialzo. Basterebbe un grande patto europeo per costruire 50 centrali di quarta generazione (aridaje!!, ndr), in modo da coprire metà del fabbisogno entro il 2020, per far crollare il petrolio e il gas del 30 o del 40%. Allora i produttori avrebbero fretta di vendercelo, per paura che gli resti sul groppone. Costruire 50 centrali di quarta generazione costa Sei, sette miliardi di euro l’una. Moltiplicato per 50, fanno 350 miliardi di euro. Li potremmo trovare lanciando gli eurobond, titoli europei, garantiti con le eccedenze auree e valutarie della Bce. Enorme risparmio, enorme investimento nella ricerca, enormi risorse per la sicurezza e le infrastrutture dal Baltico al Mediterraneo, da far impallidire il tunnel sotto la Manica e il ponte sullo Stretto: l’Europa ripartirà. È l’idea keynesiana che ho in comune con Tremonti e Delors”
Poi, con la consueta modestia conclude: “Con Tremonti ci conosciamo da 28 anni, quando lui era un brillante giovane professore a Venezia e io ero un giovane incaricato. Tra noi c’è sempre stata una sfida a vedere chi è più bravo. Tremonti è fantasioso, io sono fantasioso. Giulio ha grandi visioni, io ho grandi visioni. Lui è geniale, io sono geniale. Ecco, il nostro è un rapporto tra due persone geniali. Tutto qui.”
Con cotanto genio e cotanta fantasia, non abbiamo di che preoccuparci…
Lug 01, 2008 @ 18:33:34
Beh… Brunetta, laureato in scienze politiche, (s)parla di economia, di che vi meravigliate?Tremonti è laureato in Giurisprudenza ed è il Ministro alle finanze!!
Per rilanciare gli Eurobond e stabilire che l’Italia va bene solo perchè il Pil cresciucchia mi fa temere che le parole Deficit e Debito Pubblico non siano nel suo vocabolario. O forse nell’economia creativa certe voci si possono omettere 😉
Lug 02, 2008 @ 13:03:50
Ci sarebbe anche Castelli, ingegnere ed ex ministro della Giustizia, Calderoli, … un discorso lungo che coinvolgerebbe anche alcuni ministri del governo Prodi, a dire il vero.
Per quanto riguarda il deficit ed il debito pubblico, che dire? Forse esistono solo quando non governano loro…
Lug 31, 2008 @ 22:35:33
Come non essere d’accordo con Brunetta? Uno dei fiori all’occhiello di Tremonti è la finanza creativa, più fantasioso di così si muore!
Che ci tocca sentire…
Ago 06, 2008 @ 23:57:34
Davide, ci vuole una pazienza…
Set 05, 2008 @ 10:55:09
Se non ricordo male, Tremonti e Brunetta non sono forse stati i consiglieri economici di Bettino Craxi, durante il periodo sciagurato del CAF?
Non fu proprio in quegli anni che esplose il debito pubblico e oggi ne paghiamo le conseguenze?
Che faccia tosta!!! Quando li sento in televisione mi fanno venire il disgusto!
Sono sempre molto umili, hanno l’aria da professori, ma non ne azzeccano una.
Non vi ricordate il quinquennio 2001-06.